Gli operai hanno vinto per due volte la causa di lavoro, ma l’azienda sembra voler fare le valigie. Succede ad Agliana (Pistoia9, dove la ‘Iron & logistics’ – una ditta di stireria, confezionamento di abiti e cucitura – si trova al centro delle nuove rivendicazioni di dignità del lavoro portate avanti dai Sudd Cobas. La sentenza della Corte d’appello stabilisce che 15 lavoratori debbano essere reintegrati e risarciti, ma l’azienda da qualche giorno ha smesso di operare: gli operai sono lì in assemblea permanente da tre giorni.
Nell’estate del 2022 venti lavoratori pakistani erano stati licenziati dalla Iron&Logistics: “per giusta causa”, secondo l’azienda, che giudicava incompatibili con il loro impiego le proteste dei lavoratori per ottenere condizioni dignitose. Uno sciopero era stato appena indetto contro le 12 ore di lavoro perenni. A distanza di più di due anni, poche ore fa, è arrivata la sentenza della Corte di Appello di Firenze (Sezione Lavoro) che ha respinto il ricorso della ditta contro la sentenza del Tribunale del Lavoro di Prato, che aveva già dichiarato illegittimi i licenziamenti dei lavoratori.
Confermando per 15 di loro – altre 5 posizioni sono al vaglio – il diritto alla reintegra e il risarcimento economico, per un totale di circa 500 mila euro. Sembra però che il nuovo intento dell’azienda sia ora quello di chiudere i battenti o trasferirsi. La fabbrica ha sospeso la produzione ed è sostanzialmente occupata da questi lavoratori, che hanno passato le ultime tre notti in fabbrica a presidio dei macchinari. È iniziata lunedì scorso, infatti, l’assemblea permanente “per opporsi allo smantellamento della fabbrica”.
Dopo la sentenza del Tribunale di Lavoro di Prato sulla vicenda Texprint, arriva dunque da un’altra aula di tribunale una sentenza “che – spiegano i sindacalisti del Sudd Cobas – difende il diritto di sciopero dai tentativi di criminalizzare e punire (anche con il licenziamento) chi lo esercita”. A seguire entrambi i procedimenti il duo di avvocati pisani composto da Letizia Bertolucci e Lorenzo Nannipieri: “Bisogna iniziare a difendere l’effettività del diritto”, spiega quest’ultimo, dubitando dell’adeguatezza delle norme “rispetto alla vita delle persone”.
Anche nel caso di Iron&Logistics gli operai erano stati licenziati con l’accusa di aver picchettato i cancelli della fabbrica e bloccato i camion merci. “Iron&Logistics – dicono i sindacalisti – deve rispettare la sentenza. Facciamo appello alle istituzioni ad intervenire – proseguono – affinché all’azienda non sia permesso di smantellare una fabbrica e di scappare piena di debiti verso lavoratori e lavoratrici”.