Gio 12 Dic 2024
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Giani su deposito Eni: oggi appare anche a me inappropriato che ci siano attività così delicate

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Giani su deposito Eni: oggi appare anche a me inappropriato che ci siano attività così delicate
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“Oggi appare anche a me inappropriato che ci siano attività così delicate”. Lo ha detto ai nostri microfoni il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani a proposito del deposito Eni di Calenzano dove è avvenuta l’esplosione.

Colpiscono le parole del Presidente Giani sulla inopportunità di avere ancora oggi nel cuore della Piana fiorentina 170mila metri quadrati di deposito di idrocarburi. Una vera e propria cittadella aperta nel 1956 strategicamente lungo l’asse che collega l’Italia da Nord a Sud, lungo la A1 e la rete ferroviaria. Alimentata – tramite novanta chilometri di pipe line dalla raffineria di Livorno per un milione di tonnellate di idrocarburi l’anno, è il più grande deposito del centro Italia. Nel nostro paese esistono mille depositi analoghi. Ma qui insiste su un’area diventata negli anni straordinariamente urbanizzata e antropizzata, con molte funzioni, dall’autostrada, alla ferrovia, all’aeroporto, e una grande quantità di fabbriche, piccole industrie, capannoni della manifattura. Mentre la Procura di Prato ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo plurimo, si cerca di ricostruire la dinamica e le cause che hanno portato all’esplosione nel deposito Eni. Luogo che deve attenersi alla così detta Direttiva Seveso, la normativa europea progettata per prevenire incidenti rilevanti che coinvolgono sostanze pericolose e limitare le conseguenze di tali eventi per la salute umana e l’ambiente. E sono gli stessi autotrasportatori a descrivere il deposito come estremamente sicuro e controllato, con l’utilizzo di materiali – come il bronzo – che non possono produrre scintille.

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