E’ stata trovato anche il corpo dell’ultima persona data per dispersa nell’esplosione del deposito Eni a Calenzano. Le vittime salgono così a 5.
E’ stata trovato anche il corpo dell’ultima persona data per dispersa nell’esplosione del deposito Eni a Calenzano. Le vittime salgono così a 5. Sono Franco Cirelli, di 50 anni, e Gerardo Pepe, di 45, i due lucani morti nell’esplosione avvenuta ieri in un deposito Eni a Calenzano (Firenze). Lo hanno confermato i sindaci di Cirigliano (Matera) – dove viveva Cirelli – e di Sasso di Castalda (Potenza), comune di residenza di Pepe, che era nato in Germania.
La notizia della morte dei due lavoratori ha lasciato profonda impressione e profonda tristezza nei due piccoli paesi lucani – dove sarà proclamato il lutto cittadino in occasione dei funerali – e in tutta la regione. I due erano dipendenti della ‘Sergen’, una ditta con sede a Grumento Nova (Potenza), che opera nel settore della manutenzione degli impianti petroliferi: nessuno dei responsabili ha voluto parlare con i giornalisti. Nella stessa ditta lavora anche Luigi Murno, di 37 anni, di Villa d’Agri di Marsicovetere (Potenza), rimasto gravemente ustionato e attualmente ricoverato a Pisa.
La prima vittima accertata dell’esplosione verificatasi ieri al deposito Eni di Calenzano è stata Vincenzo Martinelli, 51enne napoletano, ma residente da almeno 25 anni a Prato. In via di separazione dalla moglie, lascia anche due figlie di 18 e 21 anni, a cui era legatissimo. Carmelo Corso avrebbe compiuto 57 anni il prossimo 30 gennaio. Ma la sua vita è stata spezzata nel modo più atroce, sul luogo di lavoro, insieme al collega Vincenzo Martinelli, nell’esplosione che ha devastato il sito Eni di Calenzano. Carmelo era originario di Catania, ma dal 1993 viveva a San Giorgio a Colonica, frazione di Prato, a poca distanza dallo stabilimento. Lascia una moglie, Tamara, e due figli, Elena e Dario, che ora piangono la perdita di un uomo che non si è mai tirato indietro davanti a una richiesta di aiuto