La Procura di Prato annuncia un ultimo sopralluogo dei consulenti tecnici al deposito Eni di Calenzano, rimasto sotto la custodia dei Vigili del fuoco del comando provinciale di Firenze. Per metà febbraio è attesa la relazione che accerterà cause e responsabilità di quel disastro che il 9 dicembre scorso ha fatto cinque morti e 28 feriti, due dei quali ancora in condizioni gravissime.
Il Procuratore di Prato Luca Tescaroli ha disposto l’ultimo sopralluogo “che consentirà ai consulenti tecnici nominati” di ultimare i loro elaborati per individuare le cause dell’esplosione al deposito Eni di Calenzano che lo scorso 9 dicembre ha causato la morte di cinque persone e il ferimento di 28 individui. Sono stati, e verranno effettuati – specifica Tescaroli – perquisizioni, ispezioni e sequestri per consentire di individuare eventuali posizioni di garanzia e responsabilità in relazione ai fatti verificatisi.
Sulla base della maxi perizia tecnica, attesa per il 16 febbraio, è plausibile infatti che arrivino le prime iscrizioni sul registro degli indagati. Intanto, i Carabinieri del nucleo investigativo del reparto operativo del comando provinciale di Firenze, hanno potuto appurare la mancanza di un verbale che la Sergen, la ditta con sede a Potenza incaricata dei lavori di manutenzione, avrebbe dovuto redigere nei giorni precedente la strage proprio in vista del cantiere che, è stato accertato, era in atto a poca distanza dalle baie 5 e 6 dove gli autotrasportatori stavano facendo rifornimento.
Un disastro che vede ancora dispiegare i suoi tragici effetti: dieci dipendenti tra Eni e imprese correlate hanno subito le lesioni all’interno del deposito, due di loro sono in coma farmacologico e in pericolo di vita. “I sanitari stanno procedendo alle manovre finalizzate al loro risveglio, sempre che sia possibile”, scrive la Procura.