Gio 30 Gen 2025
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ToscanaCronacaFirenze, è polemica dopo la bomba d'acqua

Firenze, è polemica dopo la bomba d’acqua

Polemica per l’emergenza a Firenze, dopo la bomba d’acqua di ieri mattina che ha paralizzato la città. Le opposizioni chiedono più prevenzione, ma per Palazzo Vecchio si è trattato di un evento imprevedibile.

E’ vero, a Firenze ieri mattina è venuta giù la pioggia di un mese. Per la precisione il 75% delle precipitazioni previste. 50 millimetri di pioggia. Naturalmente la città ha vissuto una paralisi totale per alcune ore, dalla tranvia al traffico ordinario, ai treni. Città in tilt. Disagi diffusi, traffico bloccato. Paura per l’innalzamento del Mugnone. Mobilitazione totale di Polizia Municipale, Pronto soccorso, squadre con idrovore per i sottopassi allagati ed altro. Fino alle 13, quando tutto è finito. Oggi è – come da copione – il giorno delle polemiche che però, modestamente, ruotano intorno ad una parola: caditoie. Ovvero i sistemi di drenaggio urbano che servono a intercettare e convogliare le acque nella rete fognaria. A griglia, a bocca di lupo, miste: ci siamo fatti una cultura sulle caditoie. Ma veramente, tutto qui? La questione viene sollevata dalle opposizioni in Consiglio comunale e da Italia Viva. L’Assessora alla protezione civile Laura Sparavigna ricorda che per la giornata era stato annunciato un codice verde. Mentre dalla Lega Mossuto parla di sottovalutazione della situazione. Situazione a cui ormai – lo abbiamo capito – dobbiamo abituarci. Lo dicono anche dalla maggioranza in Palazzo Vecchio. Eventi estremi, violenti, improvvisi, imprevedibili. Le caditoie sono fondamentali, ma lo sforzo deve essere di lungo periodo per rimodellare le nostre città sulla base di questi cambiamenti profondi. Riaccadrà, è già accaduto. Lo sappiamo. E sappiamo di abitare città non pensate originariamente per tutto quanto accade oggi. Dal traffico alle bombe d’acqua. E’ tutta la città a dover essere ripensata, ovunque, non solo a Firenze, non solo per le caditoie. E’ la crisi climatica bellezza, e noi forse non ci possiamo fare più niente.