Mar 11 Feb 2025
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🎧Crisi del settore moda in Toscana, i sindacati: “serve un anno di cassa integrazione”

Volantinaggio di Cgil, Cisl e Uil questa mattina a Firenze per tenere accessi i riflettori sulla crisi del settore moda, con appelli rivolti sia ai grandi brand che al governo: “I marchi che hanno fatto profitti importanti in questi anni attraverso l’eccellenza manifatturiera di questo distretto, devono investire nel nostro territorio”. Una crisi che riguarda circa 40mila lavoratori in Toscana, molte donne e under 35, mentre solo in provincia di Firenze sono circa 400 le aziende in ammortizzatore sociale, con oltre 5.000 persone coinvolte.

Audio:  Fabio Franchi segretario generale Cisl Firenze e Prato

“E’ una crisi sistemica e c’è bisogno di una risposta sistemica – spiega Fabio Franchi segretario generale Cisl Firenze-Prato – Occorrono formazione e ammortizzatori sociali. In Regione abbiamo tutti convenuto che servono 12 mesi di cassa integrazione, non si può andare avanti con spot di quattro settimane”. L’invito è però a fare presto, “perché le aziende grandi stanno andando in cassa integrazione, i subfornitori lo sono già, qualche impresa sta licenziando. Non c’è più tempo da perdere”. Anche se, aggiunge, “è necessario sicuramente rinnovare il distretto, ma non possiamo disperdere né professionalità né occupazione”.
Necessità ribadita da Bernardo Marasco, segretario Cgil Firenze che invita le griffe “ad essere parte attiva” in questa trasformazione del distretto “e nel contenimento dei licenziamenti che possono esserci”, evitando di portare altrove i volumi produttivi. E poi, prosegue, “chiediamo di fare una scelta, inderogabile, sulla legalità di accorciare le filiere di fornitura per evitare fenomeni di dumping all’interno della filiera e di supportare la trasformazione delle aziende che lavorano per loro, in termini di sostegno finanziario, per le crisi di liquidità, ma anche di investimenti, di innovazione, di aggregazione di impresa”.
Per Leonardo Mugnaini della Uil Firenze, “sono necessarie agevolazioni, anche fiscali, alle aziende perché in un periodo di crisi è fondamentale supportarle, per evitare che vadano via del nostro territorio”, inoltre “chiediamo maggiori controlli delle istituzioni” per stoppare fenomeni di sommerso che riguardano il settore, “che mandano in crisi tutto il comparto”